Sicurezza

Come gestire e prevenire il furto di dati sensibili da parte di insider

Come gestire e prevenire il furto di dati sensibili da parte di insider

furto-dati-insiderL’ultimo rapporto della HFS rileva come a preoccupare maggiormente i dirigenti d’azienda in tema di sicurezza sono, oltre che ai malware, i furti di dati aziendali da parte di personale interno (i.e. insider). La maggiorparte degli intervistati ha dichiarato di avere subito nei 12 mesi precedenti tentativi di furto di dati da parte di insider, molti dei quali andati a buon fine. Secondo quanto previsto da professionisti del settore sicurezza il furto di informazioni aziendali da parte di personale interno potrebbe aumentare di quasi due terzi nei prossimi 18 mesi.

In questo articolo spiegheremo come prevenire tale evenienza e quali strategie adottare per gestire eventuali furti di dati sensibili.

 

 

Quanto è diffuso il problema?

Non accade certo tutti i giorni che un impiegato infedele decida di sottrarre dati dalla propria azienda per poi rivenderli sul mercato nero digitale, ma diversi studi dimostrano che, pur essendo un fenomeno non molto frequente, il trend è in continua ascesa.

In base a quanto riportato da Flashpoint, azienda specializzata nell’intercettare operazioni illegali sul mercato del Dark Web riguardanti dati indebitamente sottratti alle aziende, un’alta percentuale di insider provengono da aziende finanziarie, fornitori di servizi sanitari e studi legali;  aziende in possesso di dati sensibili quali numeri di conti correnti, informazioni su pazienti ed informazioni riservate su imminenti acquisizioni o cessioni di azienda.

Nella maggior pare dei casi si è evidenziato che i dati sottratti erano a disposizione di impiegati che non avevano necessità di consultarli o utilizzarli per il proprio lavoro;  avevano, quindi, un accesso non giustificato a tali dati reso possibile da una errata gestione degli accessi da parte del management.

 

 

Natura degli attacchi

In base a quanto riportato da Bitglass, non sempre la perdita di dati è da imputare a personale infedele, ma in diversi casi la perdita di dati si è concretizzata per motivi legati a problemi di scarsa attenzione e/o formazione da parte del personale.

L’uso dei cloud e politiche aziendali orientate al BYOD (i.e bring your own device) hanno semplicemente semplificato il processo di perdita di dati.  Sempre più spesso i dati escono dai confini aziendali e circolano liberamente su strutture non controllate e con architetture prive di controlli high level. 

 

 

Sicurezza vs Privacy

Una delle soluzione implementate dalle aziende riguarda l’uso di programmi di monitoraggio degli accessi ai dati sensibili. Blindspotter, della Balabit, è uno dei software più utilizzati.  Il programma è in grado di rilevare da quale postazioni i dati vengono letti, quali sono le applicazioni utilizzate e finanche i tasti premuti sulla tastiera.  L’algoritmo interno rileva, quindi, eventuali operazioni sospette e, in base ai settaggi impostati, è in grado di disconnettere l’utente.

Qualcuno ha sollevato dubbi in merito alla legittimità di tale software in relazione alla privacy dei dipendenti.  Secondo quanto sostenuto dal Chief Technology Officer della Balabit, il monitoraggio non deve per forza riguardare tutti dipendenti ed in ogni caso, una corretta comunicazione da parte dell’azienda circa le politiche di salvaguardia dei dati, può risolvere questo tipo di preoccupazione.

 

 

Il giusto approccio al problema

Le aziende che intendono scongiurare o limitare il rischio di furto dati dovrebbero affidarsi a professionisti del settore in grado di supportare tale politica e di gestire in maniera corretta i sistemi di archiviazione ed elaborazione dati.  Lo stesso dicasi per eventuali attività investigative;  sconsigliato il fai da te.  Agire per conto proprio senza avere una conoscenza approfondita della problematica e dei sistemi informatici può inficiare il lavoro investigativo e cancellare tracce importanti in grado di rivelare l’identità dell’autore del furto. 

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