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Telelavoro: alcuni utili consigli

Telelavoro: alcuni utili consigli

telelavoroIn tempi di crisi sono in molti a pensare di mettersi in proprio e di lavorare da casa.  Una opportunità, quella del telelavoro, vista di buon’occhio non solo dai lavoratori non più soggetti a rigidi orari d’ufficio ed a spostamenti continui privi di produttività, ma anche dai datori di lavoro che grazie ai minori costi, ad una maggiore flessibilità ed ad una maggiore produttività, sempre più spesso offrono ai propri dipendenti una collaborazione di questo tipo.  Secondo un recente sondaggio, infatti, il lavoro gestito in remoto aumenta del 60% la produttività.

 

 

Il trend in continua crescita del lavoro a distanza, facilitato da nuove tecnologie e dalla massiccia diffusione di dispositivi in grado di supportare appieno un lavoratore lontano dall’ufficio aziendale, è associato ad un modello economico definito gig economy dove non esistono più prestazioni lavorative continuative (i.e.  posto fisso, con contratto a tempo indeterminato) ma si lavora on demand, solo quando c’è richiesta per le proprie competenze.
Secondo quanto dichiarato da una nota compagnia di software, nel 2020 il 40% della forza lavoro sarà costituita da freelancer e lavoratori indipendenti.  Molti lavori oggi gestiti nelle canoniche 8 ore giornaliere potrebbero, infatti, essere tranquillamente portati a compimento da casa, in tempi minori ed in maniera più proficua.

Questo nuovo modello di lavoro beneficia sia i lavoratori che i datori di lavoro.
Il datore di lavoro non deve più sostenere costi legati alla gestione di un ufficio e, al contempo, può contare su una maggiore produttività del lavoratore non più obbligato a perdere parte della propria giornata lavorativa nel traffico cittadino.
Il lavoratore, invece, grazie ad una maggiore flessibilità può organizzare liberamente la propria giornata lavorativa e liberarsi dalla monotonia e dallo stress di rigidi e prefissati orari.

 

Questo modello di lavoro funziona, però, solo se vengono rispettate alcune regole.  Il maggior grado di libertà del lavoratore, se non associato ad una appropriata etica del lavoro ed ad una ferrea disciplina, può rendere questa forma di collaborazione improduttiva.

Per rendere il telelavoro una realtà vincente sia per datore che per il lavoratore ecco alcuni consigli da seguire:

 

 

Per il lavoratore:

il fatto di auto gestirsi può diventare rischioso. Da casa è necessario organizzarsi in modo pratico, coerente e funzionale senza cedere a distrazioni.  Separare l’ambiente di lavoro all’interno della propria abitazione e, nel caso, optare per un ambiente esterno come ad esempio una biblioteca.

Tenere traccia delle ore lavorate.  Il non essere più vincolati ad orari prefissati può creare situazioni in cui si lavora molto di più delle previste otto ore oppure può far generare la percezione di aver lavorato il giusto quando in effetti le ore effettive di lavoro sono di gran lunga inferiori a quelle previste.

 

 

Per il datore di lavoro:

Effettuare controlli periodici sul lavoro svolto dal proprio collaboratore.  I modi per effettuare questi check possono essere una  video conferenza oppure di persona.  L’importante è che non siano limitati ad uno scambio di e-mail o via chat.  Effettuare periodicamente dei meeting che impostino programmi lavorativi futuri, che facciano il punto della situazione e che trattino eventuali problemi lavorativi è di fondamentale importanza.

Rendere ben chiare quali sono le proprie aspettative.  Se si vuole, ad esempio, che il lavoratore sia presente e rintracciabile in determinati orari occorre comunicarlo in maniera chiara, in forma scritta ed in maniera tale che ambedue le parti abbiano ben chiari quali sono gli estremi della collaborazione posta in essere.

 

 

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