Forse non tutti sanno che le schede grafiche possono essere usate non solo per consentire la visualizzazione di oggetti grafici sui nostri schermi, ma anche per effettuare calcoli matematici complessi. Un uso efficace dei chip che però, con il tempo, tende a causare cali prestazionali delle unità.
Per evitare tale calo delle performance è stato sviluppato dalle università di Vienna e della California un metodo di gestione dei chip più efficace e meno usurante.
Secondo quanto riferito dai ricercatori il processo di invecchiamento delle Graphics Processing Unit (GPU) può essere rallentato. Tale risultato è ottenibile facendo leva sulla struttura dei chip composta, a differenza delle CPU, da un gran numero di core non identici. Il processo di invecchiamento dei chip ha una correlazione diretta con questa diversa architettura che, quando posta sotto stress, tende a generare performance diverse per i singoli core.
Quello che in pratica accade è questo; quando un processo viene distribuito tra molteplici core, il sistema deve attendere che l’ultima operazione sia completata affinché il processo termini e possa passare al calcolo successivo. Si capisce bene, quindi, che a determinare la velocità dell’intero processo è il core meno veloce.
La soluzione identificata dal team di ricerca si basa sulla identificazione dello stato dei singoli core e sull’assegnare le diverse operazioni in funzione delle loro condizioni strutturali. In pratica si procede ad una distribuzione ottimale dello stress fisico.
La procedura prevede la creazione di cluster di core accomunati da proprietà simili; le varie operazioni computazionali vengono quindi attribuite in funzione del loro stato di “salute”. Una soluzione, questa, che in pratica rallenta il processo di invecchiamento e che ottimizza il sistema in uso.